Questo video inizia con la presentazione della Ghescema Giangciub Ghialmo del Monastero femminile di Kopan, che insieme alla Ghescema Namdol Phuntsok faceva parte del primo gruppo di monache ad ottenere il titolo di Ghesce.
Qui ci parla un po’ della sua storia e offre consigli su come pensare durante questa pandemia.
Poi Rinpoce ci ricorda che quando non pensiamo alla morte, la mente viene totalmente distratta dai cinque oggetti sensoriali esteriori, sempre impegnati alla ricerca del piacere di questa vita per stare con gli amici, coinvolti con il nervosismo e rancore verso i nemici.
Anche se conosci il Dharma, quando consideri l’io come reale, veramente esistente, la tua vita è ancora sotto il controllo dell’egoismo, dell’ignoranza che si prende cura solo di se stessi e sei schiavo dell’attaccamento e della rabbia. Quindi, al momento della morte, non solo hai sprecato questa preziosa vita, ma le tue azioni sono diventate karma negativo.
In questo momento in cui tutti sono isolati, abbiamo l’opportunità di praticare il Dharma e meditare più seriamente. Coloro che non hanno incontrato il Dharma sono pieni di paura e preoccupazione per il virus. Ma se conosci il Dharma, puoi usare la paura per praticare e ottenere una rinascita superiore, purificare il karma negativo ed essere libero dal samsara, libero dal nirvana, dal nirvana inferiore e ottenere il grande nirvana per gli esseri senzienti. Pensare alla morte per un praticante del Dharma è molto utile.
Anche se non hai incontrato il Dharma, devi comunque cercare di domare la mente. Tutte queste sofferenze sembrano provenire dall’esterno, ma non è affatto così. Vengono dalla tua stessa mente. Niente, incluso questo virus, viene dall’esterno; viene dalla mente. Pertanto, il lavoro principale nella vita è sottomettere la mente, lavorarci su e cambiarla da male in bene.
Insegnamento registrato il 14 maggio 2020, nel monastero di Kopan in Nepal
Traduzione e doppiaggio: ven. Siliana Bosa
In questa foto: Lama Zopa Rinpoche con Khen Rinpoche Geshe Chonyi (a destra), l’abate del Monastero maschile e femminile di Kopan, maggio 2020. Foto di Ven. Lobsang Sherab