Il piacere che gli aggregati psicofisici sperimentano dipende dagli oggetti esterni, ma in realtà le nostre sensazioni sono solo della natura della sofferenza. Quando incontriamo gli oggetti di senso, li etichettiamo come “piacere”, ma in realtà non sono pura felicità o vero piacere.

Noi vediamo il samsara come un parco dei divertimenti. Quando i poveri – che lavorano duramente oppure non hanno una casa e un lavoro – guardano i ricchi, pensano che la loro vita sia piacevole. Vedono le loro automobili, i televisori, le piscine, le aziende, le fabbriche e gli affari e, dall’esterno, i poveri non vedono alcuna sofferenza. Si sentono attratti dalla vita di chi possiede molti beni materiali, amici e tante persone attorno a loro. I ricchi hanno potere e reputazione e i poveri ne sono attratti perché pensano che la loro sia una vita dove non esistono problemi o sofferenze, solo successo e felicità. Tuttavia, la realtà non è quella. Dal punto di vista materiale i ricchi possono avere un enorme successo, ma non sono felici né liberi dai problemi. La realtà è completamente diversa. Loro sperimentano molte sofferenze.

Molte persone ricche hanno problemi a casa, anche in India. Quando escono oppure quando vanno alle feste sembrano molto gentili. Se non gli parliamo – oppure quando semplicemente li vediamo e diciamo poche parole come “salve”, questo e quell’altro – non vediamo i loro problemi, ma se parliamo un po’ più con queste persone, se trascorriamo del tempo con loro, guardando da vicino le loro vite, possiamo osservare molta più sofferenza.
Molti di loro sembrano felici quando sono fuori, ma nella loro vita privata ci sono molti problemi: la moglie vista dall’esterno sembra ricca, con auto costose e molte altre cose, ma in realtà la sua mente sta vivendo una grande tristezza, con un marito che è alcolizzato. C’è molta irrequietezza e paura anche nella mente del marito, dovuta per esempio al pensiero di perdere il potere e la reputazione. Ci sono così tante preoccupazioni e aspettative, paure di perdere la ricchezza e di diventare poveri. Queste persone temono di precipitare, diventando più deboli o più poveri degli altri, la competizione. Ci sono tante preoccupazioni e paure e ci sono molti problemi nella loro mente, nelle loro vite.

Per sopprimere tutto ciò e trovare un po’ di sollievo, cominciano ad assumere droghe o alcolici. Quando bevono alcol non sentono più problemi. Questi sono sempre lì, ma il potere dell’alcol ha effetto sia sul corpo che sulla mente. Così diventano insensibili ai problemi.

Tuttavia, poi picchiano le loro mogli, così queste vivono in una costante, grande paura e sentono di non avere alcuna libertà: hanno una gran paura di essere picchiate e uccise dai loro mariti. Così, ci sono tanti problemi e nessuna felicità nelle loro vite. Visti dall’esterno sembrano persone di successo, come se i problemi non esistessero, ma se, incontrandoli, ci raccontassero la loro vita e ci manifestassero la loro mente, allora vedremmo solo sofferenza.

In questo modo, noi guardiamo al samsara come un parco dei divertimenti.

In una rivista ho letto l’articolo su un uomo che è considerato come quello con più successo al mondo. L’articolo raccontava del suo successo in termini materiali – il business, il numero di aziende, il fatturato e così via. Tuttavia la sua vita personale era descritta come un completo disastro, pieno di problemi – non riusciva a gestire nulla.

Le persone ricche e potenti – i leader mondiali, leader di grandi industrie, quelli che godono di grande fama e reputazione – provano molta sofferenza e hanno molti problemi. Questo fondamentalmente perché non praticano il Dharma e vivono la vita con rabbia, gelosia, con una mente perennemente insoddisfatta a causa dell’attaccamento e così via. Vivere così crea molte afflizioni e molti problemi inutili.

Quando c’è disarmonia e veniamo criticati da persone che non ci piacciono, oltre a sperimentare i risultati del nostro karma passato, viviamo la nostra vita con atteggiamenti di gelosia, rabbia, invidia e via dicendo. I metodi che derivano da questi atteggiamenti sono sbagliati e creano sempre problemi: noi vogliamo la felicità e il successo ma, poiché il nostro modo di agire e di pensare è fondato sull’ignoranza, la rabbia, l’attaccamento, la gelosia, l’orgoglio e così via, ciò che otteniamo è sempre qualcosa che danneggia sia noi stessi che gli altri. Questa è la natura di un lavoro fatto con un’attitudine negativa.

Oltre a sperimentare il risultato del karma negativo del passato, creiamo anche le cause per sperimentare ulteriori problemi: l’essere separati da ciò che desideriamo, l’incontrare e affrontare ciò che non vogliamo, non trovare mai alcuna soddisfazione. E quando ci sentiamo completamente sopraffatti, sorge il pensiero di suicidarsi, e finiamo addirittura per provare attrazione per la vita che fa un uccello. Pensiamo: “Oh, l’uccello non ha responsabilità, vola in giro, così libero”. Così, proviamo felicità nel guardare il volatile e, di nuovo, vediamo il samsara come un parco giochi. Non ci rendiamo conto di come anche la vita degli altri, animali compresi, sia piena di sofferenza ma, a causa dei nostri problemi, pensiamo che la loro sia piacevole e felice.

Guardiamo i mendicanti che cercano solo qualcosa per sfamarsi: non hanno tutte queste responsabilità e preoccupazioni per la famiglia o la reputazione, il potere, la competizione e tutto il resto. Pensiamo che i mendicanti abbiano una vita felice, che siano liberi dai problemi che ci affliggono. Ancora una volta non è altro che un’allucinazione, una nostra proiezione che vede il samsara come un parco giochi. Anche i mendicanti, i poveri, hanno le loro sofferenze e i loro problemi.

Finché siamo nel samsara, ovunque guardiamo e qualunque stile di vita prendiamo in considerazione c’è sofferenza, insoddisfazione; se viviamo in città c’è sofferenza; se viviamo in campagna, c’è sofferenza; persino se viaggiamo per vedere il mondo intero, c’è sofferenza; se non viaggiamo, c’è sofferenza; se diventiamo dei contadini e pensiamo: “Oh come è bello, che meraviglia fare i contadini, avere la mia fattoria con gli ortaggi e la frutta che crescono nel mio campo” c’è ancora sofferenza.

Sia che viviamo da soli o in una comunità, c’è sofferenza. Se qualcuno ci parla di una comunità al di fuori della città, da qualche parte in montagna – una comunità dove possiamo allevare gli animali – pensiamo “Oh, che meraviglia”. Ma dopo che ci uniamo a quella comunità, sorgeranno molti altri problemi, quindi scappiamo anche da lì.

Sia che diventiamo camerieri in un ristorante o che diventiamo mendicanti, anche lì c’è sofferenza. Se diventiamo il presidente o il leader di un paese, un re, anche lì c’è sofferenza. Se diventiamo un cantante o un musicista famoso, anche lì c’è sofferenza.

Ci sono problemi simili, come i ricchi, i cantanti famosi e i musicisti: hanno così tante preoccupazioni, paura di perdere la loro reputazione e il potere o hanno paura di non avere successo e quindi non essere migliori degli altri. Ci sono così tante preoccupazioni e paure, e così tanti problemi. Persino una persona che fa scherzi e battute per molte ore – un comico – ho sentito che ha molto di cui preoccuparsi e paura di non avere successo, come la paura che le persone non ridano a ogni sua battuta.

Finché siamo nel samsara ci saranno sempre preoccupazioni e paure, problemi e incertezze. Qualunque sia il nostro stile di vita nel mondo, ci sarà sempre sofferenza.
Prima di intraprendere un certo stile di vita, vediamo il samsara come un bellissimo parco, un parco piacevole e divertente, ma una volta che siamo coinvolti in quello stile di vita, sperimentiamo così tanti problemi.

Lama Zopa Rinpoce

Traduzione: Francesco Morgese
In foto: Lama Zopa Rinpoce, Mende, Nepal, 1978
Foto di Ueli Minder
Photo courtesy: Lama Yeshe Wisdom Archive