L’importanza della Meditazione

In riferimento alla conversazione di Lama Zopa Rinpoce con la Ven. Birgit Lobsang Drime.

Ven. Birgit: Lama Zopa Rinpoce ha chiesto informazioni sui moduli di meditazione durante il Basic Program che avevamo condotto in Italia presso l’Istituto Lama Tzong Khapa negli ultimi due anni e mezzo. Gli ho risposto che avevamo fatto meditazioni ogni giorno, su argomenti generali come bodhicitta, amore e compassione, ma soprattutto sulla base dell’argomento che di volta in volta stavamo studiando. Era facile quando studiavamo Lam Rim e Lojong, ma talvolta risultava abbastanza impegnativo quando studiavamo i Sistemi Filosofici o Lorig. Come mediti sulla definizione di Vaibhashika? O sui sette tipi di cognizione? Tuttavia, gli studenti sono stati molto comprensivi e disponibili e alla fine elaboravamo sempre qualcosa di significativo. Inizialmente, le meditazioni erano guidate dall’assistente alla docenza e successivamente dagli studenti stessi prima di ciascuna delle lezioni di revisione pomeridiane. A dire il vero, quando erano gli studenti a guidare le sessioni, molte volte, dopo l’esitazione iniziale, le meditazioni risultavano quelle più interessanti, quelle che scaldavano il cuore e che gratificavano.

Oltre a ciò, abbiamo fatto undici ritiri di meditazione. Concludevamo lo studio di ciascuno dei testi con un ritiro di meditazione di gruppo che durava da una settimana a tre mesi. Questi ritiri sono stati estremamente apprezzati dagli studenti e li hanno portati ad approfondire significativamente le loro esperienze con i materiali appresi. Non solo, molti studenti mi hanno detto che hanno acquisito fiducia nella propria pratica dopo aver fatto così tante meditazioni guidate insieme e hanno sentito che ora avrebbero trovato facile organizzare i propri ritiri. La meditazione guidata non significa che io abbia parlato tutto il tempo – gli studenti non l’avrebbero sopportato, soprattutto perché qui all’Istituto ci sono sempre 2 lingue! – Con “meditazione guidata” in questo contesto intendiamo che ci sedavamo insieme, leggevamo le preghiere insieme e facevamo le stesse meditazioni in linea con il programma. Il leader della meditazione dava alcuni minuti di introduzione sull’argomento, ma durante le sessioni non si parlava.

Rinpoce ha voluto sapere come avevamo strutturato le sessioni e gli ho detto che avevamo compilato una bella sadhana breve, leggermente diversa per ogni ritiro, che di solito includeva rifugio e bodhicitta, i quattro incommensurabili, la preghiera dei sette rami, un’offerta del mandala, una breve recitazione del mantra e una breve preghiera sulle fasi del sentiero in cui abbiamo inserito il rispettivo argomento di meditazione.

I primi ritiri erano ritiri di studio, in cui gli studenti potevano studiare in silenzio per l’esame dai loro libri di testo. Presto ci siamo resi conto, tuttavia, che questo non era una modalità adatta poiché c’erano troppe distrazioni dal girare le pagine, alle persone che scrivevano e sottolineavano. Non si meditava e le condizioni erano peggiori per lo studio che da soli nelle proprie stanze. Presto si generò una notevole frustrazione e passammo a ritiri di meditazione più rigorosi che funzionarono molto bene.

Gli studenti ricevevano in anticipo un programma sugli argomenti di meditazione, quindi sapevano quali erano gli argomenti del giorno o della settimana e potevano prepararsi prima di venire alla sessione di meditazione. Durante la sessione, non era permesso portare materiale esaustivo, ma solo brevi note che delineavano i punti essenziali o i versi rilevanti dei testi radice.

Abbiamo basato il nostro programma sui suggerimenti di Rinpoce per i ritiri. Esiste una versione rigorosa e una per le persone che non sono in grado di seguire un programma rigoroso. Su questa base, ne abbiamo creata un terza ancora più leggera che abbiamo chiamato “versione marshmallow”. Tuttavia, Rinpoce l’aveva gentilmente approvata, dicendo “eccellente”. Pertanto, abbiamo generalmente condotto da quattro a sei sessioni di meditazione al giorno e, durante la parte finale del ritiro di Lam Rim di tre mesi, abbiamo aggiunto Lama Chöpa al mattino e sessioni di Vajrasattva la sera. Era giusto per il nostro gruppo, non troppo lasso e non troppo rigido e ne eravamo molto felici.

Rinpoce ha chiesto come avevamo fatto il ritiro sul Sutra del Cuore, e ho detto che seguendo il consiglio [del defunto] Geshe Jampa Gyatso ci siamo concentrati sulle basi convenzionali della vacuità, principalmente le quattro nobili verità, piuttosto che sulla vacuità stessa perché il ritiro sul Sutra del Cuore era uno dei primi ritiri del corso e a quel tempo gli studenti non avevano ancora ricevuto molti insegnamenti su quell’argomento. Geshe-la aveva posticipato gli insegnamenti sulla vacuità alla fine del Basic Program. Rinpoce ci ha consigliato per il futuro di includere gli insegnamenti su sa-lam (terreni e sentieri) prima degli insegnamenti sul Sutra del Cuore e anche sui Settanta Soggetti, poiché ciò può facilitare molto il ritiro sul Sutra del Cuore. Quindi, questo è qualcosa da ricordare.

Lama Zopa Rinpoce: “Questi moduli di meditazione sono così utili, così essenziali per domare la propria mente. I monasteri tibetani non fanno molta meditazione, non fanno ritiri, fanno solo dibattiti. Naturalmente anche questa diventa meditazione, ma deve trasformare la mente. Tutti gli studi, tutte le grandi materie, esistono in funzione di domare la mente. Fondamentalmente, nei monasteri tibetani dipenderà da come un insegnante presenta il soggetto se enfatizza solo lo studio o se induce gli studenti a implementare gli studi per domare la propria mente; se è solo per sconfiggere gli altri nel dibattito, se la motivazione è solo quella, allora gli studenti realizzeranno solo ciò.

Naturalmente dipende anche dal karma dello studente, ma dipende principalmente dall’insegnante. Se incoraggia solo lo studio o se incoraggia l’utilizzo dello studio per soggiogare le illusioni. A volte, se uno studente ha molti meriti, userà gli studi come indicato nel lam rim, vale a dire per domare la mente.

Quando gli occidentali incontrarono per la prima volta gli insegnamenti nel 1968, durante il movimento hippy, la meditazione divenne nota in Occidente come una sorta di scoperta, come qualcosa di essenziale per la vita. Ovviamente dobbiamo analizzare cos’è la meditazione autentica, cos’è la meditazione corretta. [La meditazione corretta è] ciò che diventa Dharma – ciò che diventa una causa di felicità nelle vite future, una causa di liberazione dal samsara e una causa di illuminazione. Questo è l’intero processo; questo è ciò che la meditazione deve realizzare: felicità delle vite future, liberazione e illuminazione. Se diviene una causa per ciò, allora è Dharma, quindi puoi chiamarla meditazione corretta.

La meditazione divenne davvero famosa in quel momento, quasi inseparabile dal buddismo. Pertanto, per gli occidentali penso che vada molto bene. Se impari il buddismo in questo modo diventa molto utile, questo è ciò che serve. Altrimenti, anche se una persona scrive un libro, rimane solo carta, solo nastro, nulla cambia a livello del cuore, niente si è trasformato. Alcune persone hanno una buona memoria, possono spiegare argomenti difficili, ma questo da solo può diventare motivo di orgoglio. A quel punto la meditazione diventa un enorme bisogno, molto evidente, qualcosa che tutti dovrebbero fare.

Studiare il Dharma fa un’enorme differenza nella vita senza neanche parlare dello scopo (finale). Ma se vuoi approfondire, se vuoi davvero sperimentare il buddismo, ciò avviene attraverso la meditazione, non attraverso le parole. Ciò che può farti credere a ciò è l’esempio dei grandi pandit e yogi del passato, a cominciare da Buddha Shakyamuni, oltre a Manjushri, Nagarjuna, Chandrakirti, Saraha e molti altri. Il fatto che abbiano raggiunto lo stato di completamento meditando sul sentiero [ne è la prova].

Se non mediti, gli insegnamenti sono solo parole, non pacificano. I grandi pandit, a cominciare da Buddha Shakyamuni, cessarono di soffrire cessando le cause della sofferenza attraverso la meditazione, non solo, cessarono anche le oscurazioni sottili e raggiunsero così uno stato di liberazione e illuminazione. Naturalmente, il fondatore principale è Buddha Shakyamuni. Ha praticato per tre innumerevoli eoni, seguendo il percorso praticando la carità, la moralità, la pazienza, la perseveranza, la concentrazione e la saggezza, pacificando tutti gli ostacoli e creando vasti meriti attraverso la meditazione.

Alcuni esseri ordinari che rimangono nei monasteri impareranno solo parole, ma questo da solo non porta loro la pace.

Ciò che ha reso famoso il Tibet sono gli insegnamenti del Buddha. I pandit indiani, che hanno praticato gli insegnamenti e hanno raggiunto l’illuminazione, ne sono la prova, ecco perché così tanti tibetani hanno raggiunto la liberazione e si sono illuminati. Gli insegnamenti della tradizione tibetana sono così preziosi, così preziosi. [Sono] gli insegnamenti del Mahayana che seguono gli insegnamenti diretti del Buddha e anche i commentari dei grandi pandit e yogi, che praticarono e raggiunsero la liberazione e l’illuminazione.

Ora per quanto riguarda Geshe Jampa Gyatso, non era a favore di un ritiro di un anno alla fine del Master, non era d’accordo con me su questo. Certo non è che Geshe-la non meditasse, ha anche meditato al momento della morte, che è il momento più difficile in cui meditare ed è rimasto per una settimana in meditazione nella chiara luce. Per poterlo fare devi aver meditato intensamente per tutta la vita.

Comunque gli studenti che hanno seguito il mio consiglio, facendo un ritiro di meditazione dopo il Master, l’hanno trovato di grande beneficio, molto significativo. Questo è il senso, mettere in pratica ciò che hai imparato, questo è il vero significato. 

Ven. Birgit Lobsang Drime (Dr. Birgit Schweiberer) è stata studente del Master Program presso l’Istituto Lama Tzong Khapa ed è stata assistente alla docenza per il Basic Program. Rinpoce le ha parlato a Hubli vicino al monastero di Drepung nel gennaio 2008. Pubblicato sulla rivista Mandala, agosto – settembre 2008.