Un ricordo di Ghesce Yeshe Tobden

Treviso, novembre 1979, lo incontro per la prima volta ad una conferenza.
Lui è piccolo, umile, esile, dalla magrezza e pallore postumi di una importante malattia, il palmo della mano aperto davanti al petto accenna a un lieve inchino, dondola leggermente il capo, lo sguardo sa e coglie, ma non indaga.
Entra nella sala, lieve, quasi sospeso, senza convenevoli, il volto rilassato, il sorriso appena accennato, leggero e deciso scivola tra noi verso il cuscino. Tre prostrazioni flessuose ed agili. Si siede, si assorbe a capo chino in concentrazione, la figura dimessa.
Tutto tace ed aspetta. Ci parlerà del Lam Rim. Ed ecco che la sua esile figura si trasforma: diviene luminosa e grandiosa, la sua voce flebile soffiata si fa possente, l’energia che emana arriva con fermezza e dolcezza autorevole alla mia mente che stranamente e con mio stupore si apre e beve assetata quel tesoro che senza sapere stava cercando.
E da allora la mia condizione umana, pur serena e confortevole, diviene una preziosa e rara rinascita umana.
Grazie Impareggiabile mio, nostro Maestro.

Biografia

Ghesce Yeshe Tobden nacque in una famiglia di contadini benestanti nel villaggio di Ngadra, a sud di Lhasa, nel 1926.
Studiò in Tibet nell’Università Monastica di Sera Me, finché non fu arrestato e imprigionato dagli invasori cinesi.
Fuggì dalla prigione e passò due anni a percorrere a piedi l’altopiano tibetano verso l’India.
Arrivato nella nuova patria, terminò gli studi e conseguì il diploma di Ghesce Lharampa presso l’Università Monastica di Sera Me, trasferita in India.

Nel 1979 Ghesce Yesce Tobden divenne il primo Maestro residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa, dove insegnò per due anni. La sua sapienza e la sua grande compassione conquistarono il cuore di molte persone, che lo scelsero come guida spirituale.

Per quasi 30 anni della sua vita, Ghesce Tobden meditò in un piccolo eremo sopra McLeod Ganj (Dharamsala, India), tornando ogni due anni in Europa e negli USA per insegnare e ascoltare discepoli e studenti.

Morì in India il 31 luglio 1999, rimanendo nel corpo per 12 giorni, in assorbimento meditativo (tukdam), durante i quali non vi furono segni di decomposizione fisica.